Chiesa di San Niccolò al Carmine
Adorazione dei Pastori
Bartolomeo Neroni detto il
Riccio (1532-1571) e
Arcangelo Salimbeni (1536 ?- 1579)
1570- 1571
Il dipinto, iniziato dal
Riccio e concluso da
Arcangelo Salimbeni, si trovava sopra l’altare dedicato alla Natività di Gesù, mente oggi è appeso alla parete destra della chiesa.
La scena rappresentata è quella dell’arrivo dei pastori a Betlemme dopo che l’Angelo ha annunciato loro la nascita del Salvatore Cristo Gesù. Narra Luca (2, 16-17):
“Andarono dunque senza indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il Bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del Bambino era stato detto loro”.
Nel dipinto il gesto della Madonna che alza il velo bianco pone in evidenza il corpo di Cristo: ciò allude simbolicamente al Mistero dell’Incarnazione di Gesù nel momento dell’Eucaristia, durante la quale viene invocato Dio Padre affinché invii lo Spirito Santo per trasformare pane e vino nel Corpo e Sangue di Cristo. Nella parte alta dell'opera si scorge infatti lo Spirito Santo che, sotto forma di colomba, scende sul Bambino, la cui nudità indica che Egli è vero uomo oltre che vero Dio.
A fare da sfondo alla scena un edificio classico in rovina, simbolo del mondo antico romano che sta per finire, in contrasto con la vitalità del bambino Gesù che invece rappresenta il mondo cristiano che sta per nascere.
La tavola era dotata di una predella (ora sistemata sotto il dipinto dell'Ascensione di Cristo) nella quale sono rappresentati gli episodi subito successivi all’evento dell’Adorazione dei pastori, ovvero l’Epifania, il Sogno di Giuseppe e la Fuga in Egitto.