Battistero

Storie di San Giovanni Battista

Nelle formelle del fonte battesimale sono rappresentate le storie di Giovanni Battista, una sorta di ‘biografia scolpita’, secondo i dettami dei Vangeli.

I. Annuncio a Zaccaria della nascita di Giovanni
La narrazione prende avvio dalla formella dinanzi l’altare, terminata da Jacopo della Quercia nel 1429. La scena raffigura il momento in cui l’Arcangelo Gabriele annuncia al vecchio sacerdote Zaccaria che la sterile moglie, Elisabetta, presto concepirà un figlio (Luca 1,5-25).

II. Nascita di Giovanni Battista
A Turino di Sano e al figlio Giovanni di Turino furono commissionate due storie del fonte battesimale, la Nascita di Giovanni Battista e la sua Predicazione, modellate dal 1418 al 1420, ma consegnate solo nel 1427. Nella Nascita di Giovanni Battista, oltre alla scena in cui Elisabetta ha dato alla luce il figlio, si osserva, a sinistra, Zaccaria che scrive nella tavoletta il nome di Giovanni (Luca 1, 57-58). Zaccaria era infatti rimasto muto a causa della sua incredulità all’annuncio dell’Angelo, e recupererà la parola solo dopo aver confermato per il figlio il nome comunicato dal messaggero divino.

III. Predicazione di Giovanni Battista
Segue la Predicazione del Battista. Matteo (3,1-12) spiega che “in quei giorni comparve Giovanni il Battista a predicare nel deserto della Giudea, dicendo: ‘Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!’… Giovanni portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi... Allora accorrevano a lui da Gerusalemme, da tutta la Giudea e dalla zona adiacente il Giordano; e, confessando i loro peccati, si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano”.

IV. Battesimo di Gesù
Il Battesimo di Gesù (1427) è opera di Lorenzo Ghiberti, artista reso celebre dalle due porte realizzate per il Battistero fiorentino. Nella formella si notano un pittoricismo e un senso prospettico ottenuti grazie al rilievo stiacciato. Matteo (3,13-17) racconta che “appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui”.

V. Cattura del Battista
La scena raffigurante la Cattura del Battista è sempre opera di Lorenzo Ghiberti (1427). Giovanni Battista era stato imprigionato perché nella sua predicazione aveva apertamente condannato il matrimonio del re Erode con Erodiade, già moglie di suo fratello.

VI. Banchetto di Erode
Il ciclo si conclude con il celebre rilievo donatelliano (1427), che rappresenta il Banchetto di Erode, la scena più commovente per la drammaticità del soggetto e le qualità formali. Il rilievo costituisce una prova dei notevoli risultati ottenuti per il tramite dello stiacciato: il grande maestro fiorentino riesce ad animare i personaggi in primo piano e a raffigurare altri episodi che si svolgono su piani diversi, unificati dall’inquadramento prospettico-spaziale. E’ la tragica conclusione della vicenda di Giovanni il Battista: il ‘precursore’ anticipa il Messia anche nel martirio. La causa è l’odio di Erodiade, moglie di Erode e in precedenza del fratello di questi, la quale non sopportava le critiche mosse da Giovanni Battista a questa unione immorale. Colse quindi l’occasione del ballo di sua figlia Salomè, che con la sua bravura strappò ad Erode la promessa di esaudire qualsiasi richiesta: Erodiade fece in modo che la figlia chiedesse la testa di Giovanni e il re fu a malincuore costretto a far decapitare il Battista, la cui testa fu portata alla ragazza e alla madre su di un vassoio.