La Basilica di San Bernardino all'Osservanza
Tesori Perduti dell'Osservanza
La prima opera d’arte eseguita per l’Osservanza risale all’epoca di San Bernardino, il quale volle far realizzare una tavola con un soggetto a lui caro, l’Assunzione della Vergine, che riproducesse quella che si trovava all’Antiporto di Camollia. Da questa Bernardino era particolarmente affascinato e fin da giovane vi si era rivolto per lunghe ore in contemplazione. La tavola, dipinta da Stefano di Giovanni detto il
Sassetta e collocata sull'altare maggiore della Basilica, andò purtroppo dispersa nel XVII secolo.
Nell’Ottocento la soppressione napoleonica dei conventi causò una massiccia spoliazione del patrimonio artistico ecclesiastico. Non ne furono immuni le opere d’arte del convento dell’Osservanza, come la bellissima Crocifissione di
Giovanni di Paolo del 1440, trasferita presso la Pinacoteca Nazionale di Siena.
Nonostante la soppressione, la chiesa continuò ad essere sede di parrocchia e rimase aperta al culto; successivamente alla rimessa in vigore del convento, avvenuta nel 1815, furono restituite circa quindici opere: tre di queste trovarono posto nella terza cappella di destra (la Madonna con bambino e i Santi Girolamo e Bernardino di
Sano di Pietro, il San Bernardino di Giovanni d’Ambrogio e la Santa Elisabetta d’Ungheria di Girolamo di Benvenuto), le altre nei locali della sagrestia e del convento. In realtà solo alcuni di tali dipinti erano effettivamente provenienti dall’Osservanza: le tavole di
Andrea di Bartolo (quattro scomparti laterali di un polittico) provenivano ad esempio dalla chiesa di Santa Petronilla.