La Basilica di San Bernardino all'Osservanza
I Fratres Divoti o de Observantia
I fratres divoti, o de Observantia, costituiscono una delle numerose correnti riformiste dell’Ordine francescano che fin dal secolo XIV dettero vita ai diversi rami della famiglia francescana, confluendo poi, con l’ultima riforma del 1897 di Leone XIII, nell’Ordine Francescano dei Frati Minori.
Differenti posizioni in merito alla vita secondo lo stile di San Francesco, particolarmente in merito al principio della povertà, erano già sorte durante la vita del Santo. Tali differenze diedero immediatamente impulso allo svilupparsi di un ramo cosiddetto “conventuale”, custode delle memorie francescane conservate nei conventi e nelle grandi basiliche, e un ramo cosiddetto “spirituale”, più radicale nell’interpretazione del principio della povertà.
Il movimento dell’Osservanza si sviluppò grandemente nel corso del Quattrocento, come risposta alla decadenza che l’Ordine francescano stava conoscendo in questo periodo. Fu un moto di restaurazione e riforma con lo scopo non di staccarsi dall’Ordine, ma di riportare tutti i religiosi alla primitiva e più rigorosa osservanza della Regola. Era un ritorno al primitivo ideale di San Francesco, nella totale obbedienza ai legittimi superiori: “Regulam simpliciter in primaeva puritate observare”.
Il primo iniziatore dell’Osservanza in Italia fu il frate laico Paoluccio Trinci, nobile di Foligno, che nel 1368 si ritirò con alcuni compagni, con licenza del superiore, nell’eremo di Brogliano, tra Foligno e Camerino, per osservare la Regola nel suo rigore. Ma il nome del Beato Paoluccio fu presto adombrato da quello di San Bernardino da Siena, il vero propagatore, insieme ai suoi discepoli San Giovanni da Capestrano, San Giacomo della Marca e il Beato Alberto da Sarteano, della riforma dell’Osservanza che grazie a loro si diffuse in tutta Europa e conobbe in Italia uno sviluppo fiorente.
San Bernardino espose chiaramente la sua interpretazione del francescanesimo nelle disposizioni circa la Regola, attraverso lettere inviate in tutti i cenobi francescani d’Italia, per ovviare ai dubbi inerenti l’applicazione del principio di Povertà. Da esse si evince una concezione della religiosità profondamente conciliante e rispettosa delle esigenze umane: si affermava il principio di usus moderatus delle cose per non avvilire il decoro richiesto dal fine pastorale dell’Ordine. Diversamente dai Conventuali, gli Osservanti ribadivano la loro totale rinuncia alla proprietà. Lo spirito di temperanza e di ragionevolezza determinò loro un vasto consenso, tanto da essere richiesti come mediatori di pace tra i Principi e le città rivali. In seguito alla bolla Ite vos del 1517, Papa Leone X separò i Conventuali e gli Osservanti in due famiglie francescane indipendenti.