La Concattedrale del SS. Salvatore a Montalcino
L’Abbazia di Sant’Antimo
La Francigena è un’importante via di pellegrinaggio per i fedeli che desideravano raggiungere le più importanti mete, quali Roma e Santiago di Compostela. Lungo la strada si trovavano spedali per accogliere i viandanti e santuari che custodivano preziose reliquie. La via Francigena attraversa il territorio di Montalcino, incontrando lungo il suo percorso una delle maggiori chiese di pellegrinaggio: la splendida abbazia di Sant’Antimo.
Situata nella quieta valle dello Starcia, affluente dell’Orcia, a pochi chilometri da Montalcino, secondo la tradizione essa venne fondata da Carlo Magno come gesto di perenne riconoscenza a Dio per avergli indicato in sogno la pianta capace di guarirlo dalla pestilenza che aveva colpito anche il suo seguito, sulla strada di ritorno da Roma. Il sovrano ordinò di far erigere uno splendido monastero nel luogo in cui fu trovata l’erba miracolosa e di trasferivi le reliquie di Sant’Antimo dalla Sabina, dove erano state inumate. Dalle fonti storiche sappiamo che il monastero esisteva già nell’anno 814 poiché Ludovico il Pio, succeduto al padre Carlo Magno, arricchì l’abbazia di doni e privilegi.
L’edificio fu ricostruito sotto l’impulso del Conte Bernardo, figlio di Bernardo della famiglia degli Aldobrandeschi, che nel 1118 donò ai monaci il suo intero patrimonio, come ci ricorda l’incisione posta sui gradini dell’altare maggiore. L’abbazia di Sant’Antimo era punto di riferimento per i pellegrini che percorrevano la Via Francigena, veicolo delle idee elaborate nei principali centri della cristianità europei, degli stili di vita e delle novità artistiche e architettoniche.
La chiesa è uno dei massimi esempi di architettura romanica e alcuni elementi, tra cui la presenza del deambulatorio (che consentiva ai pellegrini di girare attorno all’altare maggiore dove si trovavano le reliquie del Santo), fanno di Sant’Antimo un edificio unico in Toscana e tra i pochissimi presenti in Italia. La sua struttura, infatti, deriva dai canoni dell’architettura delle abbazie benedettine del nord Europa, in particolare quelle francesi. Nel corso del Duecento, inizia il declino dell’abbazia con la cessione del feudo di Montalcino, da secoli annoverato tra i suoi possedimenti, alla Repubblica di Siena. Attualmente l’abbazia è abitata dai frati dalla comunità religiosa dei Canonici di San Norberto (Ordine dei Premonstratensi).