I Santi sono figure vicine a noi: non sono persone con capacità straordinarie, ma uomini e donne che, coscienti della propria fragilità, seguono Cristo e scoprono che solo Dio può colmare i desideri del cuore. La santità non è un fatto riservato a pochi, ma qualcosa a cui tutti sono chiamati.
I Santi canonizzati testimoniano a tutti che è possibile vivere pienamente il cristianesimo. Colle val d’Elsa ha i suoi Santi patroni, intercessori per gli uomini presso Dio: San Marziale, Sant’Alberto da Chiatina e, dal 1651, San Gregorio Magno. A San Marziale è dedicata la prima cappella entrando a destra, dove egli è raffigurato in un dipinto realizzato nel 1694 dall’artista tardo barocco Melchiorri. Il Santo resuscita l’amico Austricliniano, morto nei pressi di Colle val d’Elsa, toccandolo con il pastorale. Alla sinistra dell’altare sono raffigurati i Santi Faustino e Giovita: il primo, più anziano, in abiti sacerdotali; il secondo, più giovane, vestito da diacono. Un angelo regge un ramo di palma, segno del martirio, e una scritta in latino: “questa è la vera fratellanza”.
Alla destra sono rappresentati Sant’Alberto da Chiatina e il Beato Pietro Gargaglini, fondatore del convento francescano della città, in adorazione del Sacro Chiodo mostrato loro da un angelo. Quest’ultimo regge nella mano sinistra un’iscrizione in latino: “il chiodo di cristo è la chiave del cielo”. Come Gesù attraverso il dolore della croce raggiunge il regno dei cieli, così Sant’Alberto, colpito per venticinque anni da una grave malattia che gli procura piaghe in tutto il corpo, offre la propria sofferenza a Gesù. Nel 1890 le ossa del Santo sono trasferite dalla Sagrestia del Capitolo alla terza cappella a sinistra, dedicata a San Gregorio, restaurata per l’occasione dall’architetto senese Giuseppe Partini.
Antonio Salvetti, architetto e pittore colligiano, realizza per questa un dipinto oggi al Museo Diocesano. Nella tela, Sant’Alberto assiste, insieme a San Gregorio Magno, all’apparizione della Madonna circondata da angioletti, ritratti con le sembianze di bambini colligiani. In primo piano i simboli del potere ecclesiastico: ai piedi di Papa Gregorio Magno, il triregno, corona papale; ai piedi di Sant’Alberto il pastorale e la mitria. Al posto di questo dipinto è oggi visibile l’opera, in stile caravaggesco, del senese
Niccolò Tornioli, commissionata dal Vescovo Cosimo della Gherardesca. Quest’ultimo, come ringraziamento per la fine della peste del 1630, sceglie come soggetto della tela l’apparizione a Papa Gregorio Magno, futuro patrono di Colle, dell’Arcangelo Michele che pone fine alla pestilenza che colpisce Roma nel VI secolo. Nello stesso periodo del Tornioli, nella cappella di fronte, lo
Spadarino lavora al dipinto raffigurante San Silvestro I che battezza l’Imperatore Costantino, oggi conservato nel Museo Diocesano. La cappella, ora dell’Immacolata Concezione, era dedicata a San Silvestro dal nome della famiglia committente dei Salvestrini.