La vetrata circolare dell’abside, opera straordinaria realizzata tra il 1287 e il 1289-90 su disegno di Duccio di Buoninsegna (attualmente sostituita da una copia), è il primo elemento del Duomo che cattura lo sguardo del visitatore. I tre pannelli centrali raffigurano la Dormitio, l’Assunzione e l’Incoronazione della Vergine, mostrando chiaramente il fine a cui deve tendere il cammino di ogni uomo: il Regno dei Cieli.
Nel primo pannello dal basso, la Madonna viene deposta in un sarcofago da due apostoli, mentre gli altri si accalcano tutto intorno, accompagnati da tre angeli; in mezzo ad essi svetta la figura di Gesù Cristo, raffigurato in atteggiamento benedicente. La scena rappresenta la fine del passaggio di Maria sulla terra, episodio definito come ‘Dormitio Virginis ‘ e non ‘Morte della Vergine’: questo perché Ella, essendo priva di peccato e quindi preservata dalla corruzione della carne, non deve attendere la fine dei tempi, al pari delle altre creature, per fruire anche della redenzione corporea, ma viene assunta in Cielo in anima e corpo.
Il pannello centrale raffigura proprio la Sua Assunzione, ovvero il momento del trapasso dalla condizione terrena a quella celeste, in altre parole la Sua divinizzazione. Nel caso della Vergine usiamo il termine assunzione, poiché Ella sale al Cielo per virtù del Figlio; per Gesù si parla invece di ascensione al Cielo, poiché l’azione avviene per virtù propria. Nella scena, Maria è collocata entro una mandorla attorniata da quattro angeli: questa forma, ottenuta intersecando due cerchi, rappresenta idealmente l’unione di cielo e terra. È una sorta di aureola destinata solo a Gesù e alla Vergine, simbolo della loro natura divina e umana, della loro gloria e perfezione.
Il terzo pannello raffigura l’Incoronazione della Vergine da parte di Gesù Cristo; entrambi siedono sullo stesso trono, attorniati da angeli. Maria viene resa compartecipe della gloria del Figlio, pienamente conforme a Lui. Ella anticipa il destino comune a tutti i fedeli, prefigurando l’unione definitiva, spirituale e corporea, dell’uomo con il Cristo glorioso, ovvero la fase finale ed eterna della redenzione.
I pannelli laterali della vetrata ospitano, nella fascia centrale, i quattro Santi Protettori di Siena, Ansano, Crescenzio, Savino e Bartolomeo (il cui culto verrà sostituito, nell’arco di pochi anni, da quello per San Vittore): essi rappresentano la Chiesa locale, posta sotto la protezione di Maria. Nei quattro angoli si trovano invece gli Evangelisti, ognuno seduto su uno scranno; la loro posizione non è casuale: essi simboleggiano la parola di Dio che costituisce le fondamenta della Chiesa, grazie al cui ministero arriva ai quattro angoli della Terra.
La vetrata originale, restaurata nel 2003 e da allora conservata all’interno del Museo dell’Opera del Duomo, è un’opera di assoluto rilievo, per l’altissimo livello qualitativo che la caratterizza e per il suo eccezionale stato di conservazione, che la rende una delle testimonianze più antiche di arte vetraria ad oggi conosciute. Essa costituisce l’incarico più prestigioso ricevuto da Duccio prima della Maestà per l’altare maggiore della Cattedrale. Il pittore non si limitò alla sola ideazione del disegno (cui dettero forma uno o più maestri vetrai) ma, come si è potuto osservare in occasione del restauro, alla sua mano devono essere certamente attribuite le raffinate finiture a grisaglia realizzate a pennello sulla vetrata, che conferiscono mirabili effetti chiaroscurali alla figure.