Entrando, a sinistra, preceduta dalla tela con il Beato Giovanni Colombini di Alessandro Casolani, si trova la prima delle tre grandi scene che ornano la parete, realizzata da Pietro Sorri nel 1587 e raffigurante Caterina che libera una fanciulla indemoniata. La Santa stessa venne tentata più volte dal demonio, ma, con l’aiuto della grazia divina, non cessò mai di resistere ai suoi assalti.
La tela successiva, opera di Cristoforo Roncalli, detto il Pomarancio, datata 1582, rappresenta la Comunione miracolosa di Santa Caterina. La scena è ambientata nella Basilica di San Domenico, dove, durante la Santa Messa, nel momento in cui il sacerdote spezza il Pane, Gesù Cristo si manifesta a Caterina e le dona se stesso, irradiandola con un fascio di luce. Più volte nel corso della sua esistenza la Santa ricevette l’Eucarestia direttamente da Gesù. Diversamente dalle consuetudini del suo tempo, Caterina era solita comunicarsi tutti i giorni, rivolgendosi al suo confessore con le parole “Padre, ho fame”. Ella considerava l’ostia consacrata il nutrimento della sua anima e uno straordinario dono d’amore che Dio ci rinnova continuamente per alimentare il nostro cammino di fede.
Il terzo dipinto, eseguito da Lattanzio Bonastri intorno al 1580, testimonia la misericordia di Caterina nei confronti dei carcerati e dei condannati a morte, che elle andava a visitare periodicamente, cercando sempre la conversione delle loro anime. Nella scena, la Santa è raffigurata mentre chiede al Signore la salvezza di due malfattori condotti al patibolo, tra i tormenti inflitti loro da una schiera di demoni. Ancora più in alto, le nubi si squarciano ed appare Gesù con la croce alle sue spalle, evidente riferimento alla Passione e allusione al supplizio che i due uomini stanno per subire. Il racconto della Legenda major dal quale trae origine il dipinto prosegue con il pentimento e la conversione dei condannati, che affrontano coraggiosamente la morte, uniformandosi alla volontà del Signore.
Chiude la serie delle opere della parete sinistra la tavola di Gaetano Marinelli con il Beato Ambrogio Sansedoni , datata 1872.